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Libretto di esercizi di lingua inglese


Il Libretto di esercizi di lingua inglese di Antonio Canova è uno dei più singolari manoscritti canoviani. Si tratta di un quaderno, rilegato in pergamena, costituito da 40 fogli di cm. 23,7 x 17, con scrittura e disegni di mano dell'artista. Fa parte dei documenti donati da Giovanni Battista Sartori Canova alla Biblioteca civica di Bassano nel 1851.

Nella copertina del Libretto figura il disegno di una piramide dentro un arco gotico, sicuramente un’idea per il monumento a Maria Cristina d’Austria (lo schizzo del medesimo monumento si trova al f. 40v con l’annotazione autografa: “dite, ditemi qual è qual disegno indovinate”); il f. 1r è occupato da prove di penna (lettere e parole isolate) e due indirizzi; il f. 1v da disegni e una scritta (“Vati l’armi prendete / Che se la Gallia contro Roma avanza / Vi polirete co i sonetti il culo”), vergata girando il quaderno di 90°. Altri due schizzi figurano nel contropiatto anteriore e posteriore.

Il quaderno appartiene a quel mondo di cui ancora poco si conosce, ossia delle concrete prassi di studio dell’inglese in Italia a fine Settecento.

Gli appunti annotati da Canova contengono regole grammaticali o, per meglio dire, ortofoniche. Il quaderno si apre e prosegue con una serie di “frasi”. Almeno la metà rappresentano lo svolgimento di una serie di esercizi proposti da una delle grammatiche inglesi per italiani più in uso all’epoca, quella del padre carmelitano Edward Barker.

Non si possono definire esecuzioni modello, queste di Canova: a parte le incertezze grafiche, è proprio la grammatica che spesso fa volentieri difetto (un singolare per un plurale, un participio passato senza segnatempo, e così via).

A metà quaderno subentra una sorta di cambiamento di scena: compaiono non già traduzioni, bensì copie di lettere tratte dalla corrispondenza di Alexander Pope, poeta inglese, considerato uno dei maggiori del XVIII secolo. Si tratta probabilmente di trascrizioni operate a fini didattici o di lunghi dettati come pratica di apprendimento.

In ogni caso, vuoi per lo studio e per la pratica di scrittura, vuoi per le numerose occasioni di incontro con mecenati o personaggi appartenenti al mondo inglese, Canova riuscì ad apprendere la lingua inglese. È lui stesso a confermarlo. In quel medesimo autunno del 1792 cui risale il quadernetto, si colloca l’aneddoto dello scontro con Lord Bristol, le cui insinuazioni pronunciate impudentemente in presenza dello scultore sotto il solo velame dell’inglese, vengono fieramente zittite da Canova con queste parole: “sono un uomo d’onore, conosco la lingua inglese, e ciò le basti”.

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